Il Tribunale del riesame di Potenza ha accolto in parte il ricorso presentato dai difensori di Antonio Liseno, imprenditore di Lavello. La Corte di Cassazione ha richiesto una rivalutazione degli arresti, ma Liseno rimane in carcere. Le motivazioni della decisione saranno depositate a breve, avviando un termine di 10 giorni per una nuova valutazione del Riesame.
L’udienza si è svolta nell’ambito dell’inchiesta sul presunto riciclaggio di denaro legato alla mala cerignolana, coinvolgendo il cantiere del San Barbato Resort. A luglio, il Riesame aveva già confermato l’ordinanza di misure cautelari eseguita all’inizio del mese. Nonostante le perplessità espresse dalla Cassazione, in casi simili si assiste spesso a un’attenuazione delle misure cautelari prima dell’udienza di rinvio.
Se i legali di Liseno presenteranno un’istanza per la revoca cautelare, è possibile che l’imprenditore possa riunirsi con la sua famiglia prima di Natale, dopo cinque mesi di detenzione.
Recentemente, la Cassazione ha confermato il carcere per due pregiudicati cerignolani, Sante Cartagena e Pasquale Saracino, accusati di aver riciclato oltre 9 milioni di euro nel cantiere del resort. Questi fondi, secondo l’Antimafia di Potenza, deriverebbero da rapine e frodi fiscali.
Tuttavia, la Corte ha bocciato l’aggravamento delle accuse a Liseno, ritenendo insufficienti le prove della sua complicità con il clan mafioso dei Piaruggi, attivo nella zona. Durante l’interrogatorio di garanzia, Liseno aveva definito le accuse come montature, attribuendo i suoi incontri con i rapinatori a un debito di un altro soggetto.
L’attenzione ora si concentra sulle prossime mosse legali, mentre la comunità attende aggiornamenti su questo caso di rilevanza locale.