“L’ennesimo incidente all’ex Ilva, fortunatamente senza conseguenze per i lavoratori, rappresenta un nuovo campanello d’allarme ignorato dal governo”. Lo ha dichiarato il deputato del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno, che in una nota ha criticato duramente l’attuale gestione dello stabilimento siderurgico di Taranto, accusando l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni di portare avanti una politica industriale disattenta ai diritti e alla sicurezza dei cittadini.
Per Donno, l’approccio della maggioranza è “inaccettabile”, in quanto fondato su una visione che “calpesta ogni speranza per i lavoratori e le famiglie che desiderano vivere senza dover mettere a rischio la propria vita”. In particolare, il parlamentare M5S ha condannato l’intenzione di ricorrere nuovamente all’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per aumentare la produzione a carbone, che potrebbe raggiungere i 6-8 milioni di tonnellate, con l’Afo2 trasformato, secondo Donno, in un vero e proprio inceneritore per 60 miliardi di tonnellate.
Il deputato ha ribadito la netta opposizione del movimento all’utilizzo di fondi pubblici per la riaccensione degli altiforni, un intervento stimato in un miliardo e mezzo di euro, e ha sollecitato il blocco immediato di tutte le fonti inquinanti. La posizione del M5S, ha chiarito, è da tempo orientata verso una riconversione green dell’industria siderurgica, che punti alla sostenibilità e al rispetto della popolazione locale.
“Taranto non può più essere trattata come una terra di sacrificio”, ha concluso Donno, chiedendo che il governo cambi rotta e avvii misure concrete per la tutela ambientale e dei diritti dei cittadini.